MATERIALI INNOVATIVI

LASTRE IN PMMA,
RESISTENZA ED ESTETICA
IN UN MATERIALE


L’incontro tra la tradizione produttiva di Plastidite ed ELKAR e il know-how tecnologico di AGS ha dato vita a un nuovo modo di produrre lastre in PMMA: nasce Materics Glass


scopri di più

MATERIALI INNOVATIVI

LASTRE IN PMMA, RESISTENZA ED ESTETICA IN UN MATERIALE


L’incontro tra la tradizione produttiva di Plastidite ed ELKAR e il know-how tecnologico di AGS ha dato vita a un nuovo modo di produrre lastre in PMMA: nasce Materics Glass


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Innovazione
oltre la tradizione

Abbiamo riunito Plastidite ed ELKAR, due aziende italiane con oltre 50 anni di storia, rinomate per la produzione di lastre in acridite, con l’obiettivo di creare un polimetilmetacrilato superiore.

La lunga esperienza maturata in anni di attività, unita all’innovazione tecnologica, garantisce l’alta qualità delle nostre lastre, ottenute attraverso cicli produttivi all’avanguardia. Sappiamo che i materiali plastici del futuro devono rispettare i dettami dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. L’innovazione è l’unica strada per sviluppare prodotti con le caratteristiche necessarie per minimizzare i consumi e l’impatto sull’ambiente circostante.

Fondata nel 1980, ELKAR è specializzata nella produce lastre acriliche colate, forte di una struttura di 6000 m2, locata a Valmadrera (LC). Oltre a una vasta gamma di colori e finiture, realizza lastre speciali che richiedono lavorazioni quasi artigianali. Il suo punto di forza? la produzione di lastre anche in quantitativi limitati per soddisfare anche le richieste più esigenti, grazie a un team di professionisti dedicati allo studio colore.

Plastidite, attiva dal 1960, ha una superficie di circa 11.000 mq, con una potenzialità produttiva di circa 2.000 tonnellate/anno. A partire dal 2005, ha allargato la propria attività iniziando distribuendo oltre al PMMA anche policarbonato, il PETG e il PVC semiespanso.

Cosa ci distingue nella produzione di lastre acriliche?

Continua ricerca e innovazione sui materiali

Processi di produzione e lavorazione a basso impatto ambientale

Efficienza e time-to-market grazie a due siti produttivi

Abbiamo riunito Plastidite ed ELKAR, due aziende italiane con oltre 50 anni di storia, rinomate per la produzione di lastre in acridite, con l’obiettivo di creare un polimetilmetacrilato superiore.

La lunga esperienza maturata in anni di attività, unita all’innovazione tecnologica, garantisce l’alta qualità delle nostre lastre, ottenute attraverso cicli produttivi all’avanguardia. Sappiamo che i materiali plastici del futuro devono rispettare i dettami dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. L’innovazione è l’unica strada per sviluppare prodotti con le caratteristiche necessarie per minimizzare i consumi e l’impatto sull’ambiente circostante.

Fondata nel 1980, ELKAR è specializzata nella produce lastre acriliche colate, forte di una struttura di 6000 m2, locata a Valmadrera (LC). Oltre a una vasta gamma di colori e finiture, realizza lastre speciali che richiedono lavorazioni quasi artigianali. Il suo punto di forza? la produzione di lastre anche in quantitativi limitati per soddisfare anche le richieste più esigenti, grazie a un team di professionisti dedicati allo studio colore.

Plastidite, attiva dal 1960, ha una superficie di circa 11.000 mq, con una potenzialità produttiva di circa 2.000 tonnellate/anno. A partire dal 2005, ha allargato la propria attività iniziando distribuendo oltre al PMMA anche policarbonato, il PETG e il PVC semiespanso.

Cosa ci distingue nella produzione di lastre acriliche?

Continua ricerca e innovazione sui materiali

Processi di produzione e lavorazione a basso impatto ambientale

Efficienza e time-to-market grazie a due siti produttivi

Polimetilmetacrilato,
mon Amour

Mentre Enrico Fermi teorizzava l’instabilità del neutrone e il suo decadimento in un protone, dagli stabilimenti dell’industria chimica Rohm and Haas uscivano, pronti alla vendita all’ingrosso, le prime lastre di Plexiglass.

Il suo inventore, Otto Rohm, aveva iniziato i primi esperimenti dopo la scoperta del vetro di sicurezza. Unendo e incollando due lastre di vetro con una colla sintetica trasparente, aveva realizzato un doppio vetro non frantumabile da martelli o strumenti contundenti. Dopo sei anni di intensa ricerca, il polimetilmetacrilato ha preso vita, con la trasparenza del vetro e la resistenza del grafene.

Il PMMA, chiamato anche Plexiglass o Polimetilmetacrilato, diventa presto un materiale molto diffuso. Inizialmente viene utilizzato per produrre occhiali, maschere antigas, finestre per i dirigibili, oblò per gli aerei da bombardamento, catarifrangenti nei pedali delle biciclette, lucernari per autobus e tram, strumenti da disegno, righe e squadre, stoviglie, decorazioni.

Ma solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, la domanda esplode in tantissimi ambiti. Insegne luminose, protesi dentarie, mobili di design e acquari marini sono solo alcuni degli oggetti costruiti in PMMA che incontriamo nella nostra vita quotidiana.

In ambito edilizio, viene riconosciuto come materiale ottimale per la realizzazione dei pannelli esterni, che assicurano l’efficientamento energetico degli immobili. Il primo grande impiego di pannelli PMMA è stato nel 1972 per la copertura dello stadio olimpico di Monaco.

Mentre Enrico Fermi teorizzava l’instabilità del neutrone e il suo decadimento in un protone, dagli stabilimenti dell’industria chimica Rohm and Haas uscivano, pronti alla vendita all’ingrosso, le prime lastre di Plexiglass.

Il suo inventore, Otto Rohm, aveva iniziato i primi esperimenti dopo la scoperta del vetro di sicurezza. Unendo e incollando due lastre di vetro con una colla sintetica trasparente, aveva realizzato un doppio vetro non frantumabile da martelli o strumenti contundenti. Dopo sei anni di intensa ricerca, il polimetilmetacrilato ha preso vita, con la trasparenza del vetro e la resistenza del grafene.

Il PMMA, chiamato anche Plexiglass o Polimetilmetacrilato, diventa presto un materiale molto diffuso. Inizialmente viene utilizzato per produrre occhiali, maschere antigas, finestre per i dirigibili, oblò per gli aerei da bombardamento, catarifrangenti nei pedali delle biciclette, lucernari per autobus e tram, strumenti da disegno, righe e squadre, stoviglie, decorazioni.

Ma solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, la domanda esplode in tantissimi ambiti. Insegne luminose, protesi dentarie, mobili di design e acquari marini sono solo alcuni degli oggetti costruiti in PMMA che incontriamo nella nostra vita quotidiana.

In ambito edilizio, viene riconosciuto come materiale ottimale per la realizzazione dei pannelli esterni, che assicurano l’efficientamento energetico degli immobili. Il primo grande impiego di pannelli PMMA è stato nel 1972 per la copertura dello stadio olimpico di Monaco.

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