L’intelligenza artificiale toglierà posti di lavoro o ne creerà di nuovi?
Il dibattito è aperto e - come sempre - si sono formati due partiti che sostengono tesi diametralmente opposte. La risposta a questa domanda sta un po’ a metà strada, perché il mercato del lavoro cambia e si evolve. E questo processo ha i suoi pro e contro.
Tecnofobie
Per AI (Artificial Intelligence) intendiamo in modo molto sommario la capacità di una macchina di simulare ragionamenti tipici della mente umana.
L’intero mondo del lavoro ne è coinvolto e sta cambiando con l'uso delle intelligenze artificiali a tutti i livelli. La relazione tra tecnologie innovative e occupazione è tradizionalmente difficile e fonte di polemiche e contrasti. Basti pensare al movimento luddista sviluppatosi in Inghilterra nei primi del Novecento, caratterizzato dal sabotaggio dei macchinari industriali che erano vissuti come minaccia al lavoro delle persone. I tecnofobici esistono ancora: eppure, all'aumento di disoccupazione causata dalla continua sostituzione degli esseri umani con robot o macchinari sempre più intelligenti, esiste l’altro lato della bilancia costituito da qualificate e assai interessanti opportunità di lavoro, grazie allo sviluppo di nuove figure professionali collegate alle AI. Esistono corsi di formazione specifici, appositamente dedicati all’argomento.
Infiniti campi di applicazione
I settori in continuo sviluppo dove AI è ormai indispensabile, meriterebbero uno spazio a parte. Possiamo però individuare alcune tipiche aree applicative, divise secondo gli obiettivi che s’intendono perseguire:
- Intelligent Data Processing, ovvero algoritmi che analizzano dati specifici come nel caso delle analisi predittive o strumenti di Data&Analitics a supporto, per esempio, degli Istituti Finanziari.
- Recommendation System: applicazioni AI che indirizzano le scelte degli utenti (ad esempio suggerendo un acquisto in base a quelli precedenti).
- NLP (Natural Language Processing): soluzioni che elaborano il linguaggio per comprenderne il contenuto, fornire traduzioni sempre più accurate, produrre testi in modo autonomo su input forniti da documenti o dati.
- Virtual Assistant e chatbot, in grado di eseguire azioni o erogare servizi in base a comandi ricevuti vocalmente e/o via chat, contraddistinti dalla capacità di comprensione del tono del dialogo e memorizzazione delle informazioni.
- Computer Vision, che utilizza algoritmi per analizzare ed estrarre immagini per il riconoscimento di persone, animali e oggetti o il riconoscimento biometrico del volto o dell’iride, specie nell’ambito della videosorveglianza.
- Autonomous Vehicle, cioè tutti quei mezzi di trasporto autoguidati su strada, vie d’acqua o destinati all’aviazione civile e militare.
- Intelligent Object, cioè oggetti in grado di compiere azioni senza l’intervento umano, come la valigia collegata via bluetooth allo smartphone del proprietario.
- Autonomous Robot, macchine capaci di operare senza la mano dell’uomo basandosi su informazioni relative all’environment. Tra gli altri, robot progettati per l’automazione di processi produttivi industriali e logistici.
Il punto d'incontro
Non esistono formule magiche, né è possibile scrutare improbabili sfere di cristallo per conoscere in anticipo il futuro. Eppure, ci sembra che i fatti diano già una vision piuttosto delineata: alcune professioni spariranno; in altre, l’apporto delle AI gioveranno alla qualità della vita dei lavoratori (processo già noto, come ad esempio nei numerosi casi di eliminazione dei compiti noiosi e ripetitivi); nuove opportunità di lavoro e carriera apriranno ancor di più le possibilità occupazionali a livello globale.
In questo cammino, noi di AGS, crediamo molto e continueremo ad investire con grande fiducia.
