I dati INAIL mettono in luce lo stato della sicurezza sui luoghi di lavoro nel 2021 in Italia
Le denunce di infortunio sul lavoro nel 2021 sono aumentate del +6,3%, toccando quota +16,5% se il confronto rispetto l’annualità precedente viene fatto al netto dei contagi da Covid-19. Si tratta di ben quasi 27mila denunce in più. Ecco cosa emerge dai dati condivisi dall’INAIL sulla sicurezza nei luoghi di lavoro nei primi 10 mesi del 2021.
Se il confronto viene fatto rispetto ai primi 10 mesi del 2019, nel 2021 sono calati sia gli infortuni in occasione di lavoro sia quelli in itinere. Per quanto riguarda i settori di attività economica, si sono riscontrati aumenti consistenti di denunce in quasi tutti i settori, in particolare nel mondo trasporti e costruzioni. D’altra parte, rispetto al 2019, nel 2021 sono stati registrati cali diffusi in quasi tutti gli ambiti professionali, a eccezione per sanità e amministrazioni pubbliche a causa degli effetti della pandemia.
Infine, sugli infortuni mortali, i dati mostrano come il 2021 sia stato un anno terribile sul fronte delle morti sul lavoro non collegate all’epidemia, cresciute del 20,6% rispetto allo stesso periodo nel 2020.
Come dichiara l’INAIL, un confronto acritico tra i primi dieci mesi del 2020 e del 2021 è fuorviante: l’arrivo della pandemia in Italia nel 2020 ha provocato una certa tardività nella denuncia, generalizzata in tutti i mesi, inficia la comparazione con i mesi del 2021. Molte denunce da contagio da Covid-19 sono giunte tardivamente all’INAIL, specialmente a causa della poca chiarezza (pre-circolare INAIL n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 agosto 2020) sulla riconducibilità della natura dei contagi da nuovo Coronavirus a infortunio sul lavoro e non a malattia professionale.
Anche nel nuovo anno, il 2022, il Covid-19 rimarrà centrale nelle strategie di tutela e prevenzione della salute dei lavoratori. Fra fine dicembre 2021 e i primi di gennaio, si sono avvicendati diversi provvedimenti in merito:
Secondo l'indagine ManpowerGroup Employment Outlook Survey, il 69% delle aziende italiane ritiene che il vaccino debba essere requisito essenziale per poter accedere al posto di lavoro, il 53% ritiene che debba essere obbligatorio per tutti, mentre solo per il 16% l'obbligatorietà dovrebbe valere per alcuni ruoli. Sono a favore dell’obbligo vaccinale specialmente manifatturiero, sanità, retail e commercio. "Le imprese chiedono che siano poste in essere le scelte necessarie”, ha commentato Secondo Stefano Scabbio, Southern Europe President, ManpowerGroup, “finché quest'ultima ondata non interrompa la ripresa in atto.”
Di certo, come ha rammentato l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, è fondamentale continuare a mantenere misure di sicurezza adeguate sul luogo di lavoro sia ora che anche nel dopo Covid.
La curva dei contagi da Covid-19 cresce tanto da frenare la produttività, mettendo a rischio servizi e aperture. Insieme a mascherine e distanziamento, la sterilizzazione rimane una delle principali strategie per limitare la diffusione del virus in un ambiente di lavoro. Proprio per risolvere le esigenze di velocità e di efficienza in termini di sanificazione, Advanced Global Solutions A.G.S. S.p.A ha creato lo sterilizzatore AGS UVC-O3 che, grazie alla doppia azione di ozono e raggi ultravioletti, garantisce un abbattimento della carica microbica e virale pari del 99,82% su differenti materiali, dalla plastica al metallo. La sua efficacia è certificata dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Ha ben 8 programmi predefiniti, così da iniziare un ciclo di sterilizzazione solo premendo un pulsante. E può essere acquistato con credito di imposta al 40% per tutto il 2022 in base al piano Transizione 4.0.