La pandemia ha cambiato tutto, creando sì nuovi disagi ma anche nuove opportunità di riscatto. Nelle aziende più accorte, i reparti HR hanno avviato una rivalutazione del proprio capitale umano interno, visto che produttività –sempre di più- deve far rima con felicità.
Depressione, ansia, stress: questo l’identikit delle patologie più comuni tra i lavoratori a livello globale dopo il passaggio del Coronavirus sulla società umana, con tutto ciò che ha significato nella vita delle persone un po’ ovunque e a tutti i livelli. Secondo ricerche accreditate (Gallup), scopriamo che talvolta smart working e lavoro ibrido hanno causato aumenti delle giornate lavorative anziché una loro più facile gestione: il lavoro ha rincorso le persone oltre l’orario e nei fine settimana, con conseguenze sul benessere psichico dei lavoratori coinvolti, sulle loro famiglie, sul vivere quotidiano.
Il fenomeno non è sfuggito a coloro che guidano i reparti delle risorse umane di società importanti, poiché la ricaduta in termini produttivi può costare caro, più caro del previsto. Meglio investire su concetti importanti come ispirazione, innovazione, metodi alternativi di gestire professionalità e talenti personali. In una parola, tanto semplice quanto sostanziosa, meglio concentrarsi sulla felicità dei propri collaboratori.
Sono proprio i manager, per primi, che dovrebbero favorire la connessione tra i propri collaboratori al fine di stimolarne il benessere anche a livello di gruppo. In questo modo si favorirà la creazione di team composti da persone pronte ad aiutarsi a vicenda su questioni lavorative e non, garantendo inclusività, buone relazioni anche fuori ufficio, energia e passione per le cose che si fanno insieme.
Occorrerà, anche, garantire una buona flessibilità, fattore che resta un obiettivo centrale indipendentemente da ciò che si è appreso durante il lockdown: se tu sei il centro, il lavoro sarà parte di te, non un qualcosa che ti fagocita. In questo modo, le persone crescono professionalmente, senza mettere a repentaglio la propria vita privata ed il proprio ritrovato equilibrio.
Per affrontare questa nuova realtà nei rapporti tra azienda e risorse, occorre creare una nuova cultura in cui le persone si sentano più incluse e consapevoli del proprio valore come esseri umani: ciò può aumentare prestazioni, autostima e fidelizzazione.
Contro l’esaurimento, niente di meglio che recuperare il proprio benessere interiore, sentirsi rigenerati perché compresi ed aiutati. Per far sentire così i propri dipendenti, diventa perciò fondamentale saper sostenere le passioni individuali per generare un nuovo entusiasmo, sia personale che collettivo.
In questa nuova era post pandemia che ci apprestiamo a vivere, un concetto-chiave sembra farsi strada sempre più chiaramente: mai come ora, i migliori risultati a livello aziendale si raggiungono creando gruppi di collaboratori sostanzialmente felici delle proprie vite, dentro e fuori l’azienda stessa. Questa nuova energia, che tutti noi auspichiamo, sarà il motore per uscire da questa crisi così atipica e subdola.
In AGS, crediamo fortemente in questa Vision: perché il nostro successo come azienda è direttamente proporzionale al benessere delle persone che ci lavorano dentro.
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